Storie piccanti in treno

La carrozza del treno era vuota: c’erano solo lui e lei, uno di fronte all’altra. Lei aveva le palpebre abbassate, probabilmente si era addormentata: capelli sciolti, unghie smaltate, i capezzoli turgidi ben visibili sotto la camicetta, le caviglie sottili, i piedi fuori dalle scarpe. Lui la guardava facendo ben attenzione a non farsi notare, mentre già la sua immaginazione correva verso storie porno e dettagli piccanti. Ammirava le sue labbra sottili – chissà quante volte aveva preso un membro in bocca e lo aveva fatto godere fino a esplodere -, il suo seno non troppo prosperoso, ma non per questo meno arrapante, e le sue dita affusolate. 

Lui e lei da soli, in una carrozza del treno vuota, come nelle migliori storie hot. Fino a quando lei, chissà quanto maliziosamente e chissà quanto volontariamente, allungò le proprie gambe fino a sfiorare quelle di lui. Furono attimi di brividi e di tensione: a lui quel semplice contatto tra ginocchia fu sufficiente per avere un’erezione che non poteva nascondere sotto i pantaloni della tuta che stava indossando. Fu allora che lei aprì gli occhi e gli sorrise, non prima di aver lanciato uno sguardo a quel pacco enorme che prorompeva tra le gambe di lui. Prese la sua mano e la mise sulla propria coscia, muovendola avanti e indietro e accarezzandosi. Nel frattempo, prendendo spunto da uno dei racconti eros che aveva letto qualche giorno prima, sollevò l’altra gamba e con il piede cominciò a palpare il membro di lui, per poi infilargli l’alluce in bocca e aspettare che di sua iniziativa arrivasse a succhiarlo.

Lui non poteva crederci, stava per diventare il protagonista di una delle storie porno reali più eccitanti della propria esistenza. Il treno continuava a viaggiare, senza fermate intermedie, il controllore era già passato: niente o nessuno avrebbero potuto disturbali. Ecco perché lei, sorridendo in modo arrapante, cominciò a baciarlo con una tale intensità da sembrare quasi violenta, fino a mordergli le labbra, presa da una voglia insostenibile di essere sbattuta e penetrata bestialmente. Il suo rossetto piano piano iniziò a rimanere impresso sulle guance di lui, poi sul suo collo, quindi sul suo petto. 

Come in tutte le storie piccanti di cui aveva sentito parlare, stava già fantasticando su quel che sarebbe potuto succedere se, per sfortuna, il treno si fosse fermato a una stazione. Tutti li avrebbero visti all’opera, ma questo rischio la rendeva ancora più vorace e desiderosa di leccare il glande e l’asta rigida di quello sconosciuto. Gli abbassò i pantaloni – niente di più facile, con una tuta – per scoprire che non indossava né i boxer né gli slip da uomo, ma un tanga in pizzo da donna: quella stranezza alimentò il fuoco che bruciava dentro di lei, e la indusse a iniziare a leccargli le palle come una cagnolina assetata.

Lui, per non essere attore non protagonista di quelle storie erotiche vere che lo stavano coinvolgendo, dopo un primo momento di titubanza appoggiò le proprie mani sul corpo di lei, andando prima in cerca di capezzoli da titillare e da strizzare, fino a farle male, e poi della sua vagina, già così umida che sembrava pronta per accogliere non uno, ma due o tre membri nello stesso momento. Le mani scivolavano sui bacini, mentre la passione divorava entrambi.

Fu allora che lui pensò di non avere preservativi con sé: avrebbe potuto chiederli a lei, ma in realtà fino a quel momento i due non si erano scambiati nemmeno una parola, e forse rompere il silenzio avrebbe voluto dire fermare quella ragazza assetata e farla tornare sui propri passi. Niente preservativo, allora: per una volta si poteva rischiare. Allontanò la testa della sconosciuta dal suo cazzo ormai pieno di saliva e liquido pre-seminale e la voltò dalla parte opposta, facendola mettere in ginocchio sul sedile.

Quindi, con l’aiuto di un paio di dita si fece largo nella sua vagina, per poi infilare il proprio membro ben dritto e pronto a farla urlare di piacere e di dolore. Ma anche in quella occasione lei non emetteva alcun suono, non parlava né ansimava: era come penetrare un manichino o sfondare una bambola gonfiabile, e questo lo eccitava ancora di più.

Mentre il treno ormai si avviava verso la stazione di arrivo, ponendo fine a quelle storie hot così incredibili, lui spingeva e spingeva, tenendo tra le mani le natiche un po’ flaccide di lei, per poi appoggiare la propria mano destra sulla sua testa e premerla contro il sedile, quasi togliendole il respiro. Avanti e indietro, con il treno che rallentava, ma anche a lui mancava poco: indeciso se venire dentro o meno, all’ultimo secondo scelse di tirare fuori il membro sul punto di scoppiare, e bagnò tutta la schiena di quella sconosciuta che non aspettava altro che di annegare nel piacere.

Che fantastica scopata..

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