Racconti eros: la filosofia delle manette

Racconti Eros – Prima di conoscere Raffaella, Antonio non aveva mai provato a legare una ragazza al letto: quello delle manette gli sembrava un vizio da storie piccanti da romanzi Harmony e niente più.

Solo una volta gli era capitato di tenere ferma una sua partner annodando un lenzuolo sui suoi polsi, per poi venirle in bocca con straripante potenza: ma si era trattato di un’occasione unica, e per di più lui era ancora minorenne, mentre lei era una signora ben oltre i quaranta, desiderosa di succhiare peni giovani ma già esperti. 

Insomma, le storie sexy non erano certo una parte fondamentale del bagaglio di Antonio, che si era masturbato più volte leggendo racconti eros legati al Bdsm, ma non aveva mai avuto occasione di metterlo in pratica.

Raffaella l’aveva conosciuta in discoteca, anche se non c’era stato un vero e proprio scambio di parole: i due si erano infilati quasi subito in bagno, e mentre lui con il dito medio e l’anulare era riuscito a farla urlare solleticandole il clitoride come se avesse avuto decenni di esperienza alle spalle lei gli aveva succhiato il cazzo con tale voracità da lasciargli graffi e segni che se ne erano andati solo dopo qualche giorno.

Dopo quella notte di passione e umore vaginale rimasto tra le dita, Antonio aveva voluto rivedere quella ragazza dai capelli corti, che gli aveva confessato di fare spesso sesso con le sue amiche e di avere una camera da letto piena di sex toys e di racconti con storie erotiche vere.

Ecco perché quando lei gli aveva proposto di legarla al letto non se lo era fatto ripetere due volte: e ora che era arrivato il momento di concretizzare una di quelle storie porno su cui aveva costruito tante fantasie non vedeva l’ora di posare la lingua su quei due capezzoli così duri e desiderosi di mostrarsi che parevano sul punto di creare un paio di fori nella camicetta.

Raffaella, dal canto suo, non era certo una che faceva della timidità la sua caratteristica principale: aveva detto ad Antonio che non vedeva l’ora di farsi sbattere da lui, magari insieme con sua cugina Lorenza, e adesso finalmente stava per vedere prendere vita il progetto.

Nella camera di lei, che sembrava presa pari pari dalle storie hot di un video porno amatoriale pescato su RossoPorno, c’erano i poster di rocker famosi e un vibratore che aveva l’aria di aver conosciuto più di una vagina. Antonio, eccitato e timoroso al tempo stesso, prese le manette che la ragazza aveva lasciato furbescamente in bella mostra sulla scrivania e le mise intorno ai polsi di quella giovane studentessa di filosofia che non vedeva l’ora di farsi venire in gola.

Dopo aver chiuso la porta, iniziò a stringerle le natiche, ritrovando il culo sodo che ricordava da quella notte in discoteca, e le abbassò i pantaloni con una voracità tale da lasciare immaginare che ogni sentimento fosse rimasto al di fuori della camera. 

Come aveva imparato leggendo storie porno reali, prese a leccare i capezzoli con delicatezza e a mordicchiarli per farli diventare a mano a mano sempre più duri; poi si sollevò e portò il proprio pube all’altezza della testa di Raffaella che, non potendo adoperare le mani, usò solo i denti per abbassargli i boxer aderenti, che già lasciavano intravedere la voglia di un pene di quasi venti centimetri che non ricordava così bello.

Solo con la lingua, prese a giocarci, mentre lui iniziava ad abbassare il bacino e a spingere sempre di più contro la sua testa, quasi come per arrivare alle tonsille.

Antonio era così eccitato che sapeva di non aver molto tempo a disposizione prima di esplodere, e non aveva alcuna intenzione di avvisare Raffaella: avrebbe riempito la sua bocca per umiliarla e per sentirsi un vero uomo. D’altro canto lei aveva voluto farsi legare, e avrebbe pagato le conseguenze di quella sua strana perversione.

In un impeto di saggezza e generosità, però, il ragazzo estrasse il suo membro rivestito di saliva e scese con la testa per appoggiare la lingua su un clitoride che non era mai stato così grande e bagnato. Dopo averlo leccato, giusto per scoprire un sapore amarognolo ma piacevole, le diede un paio di schiaffi su una coscia, in conseguenza dei quali lei fremette di piacere.

Decise di tornare al suo proposito originale, e mentre con le sue mani colpiva la gamba di quella giovane golosa fino a farla diventare rossa, infilò di nuovo il suo membro tra le sue labbra. Su e giù per una, due, tre, dieci, venti volte, mentre lei faceva fatica a respirare per il piacere e per il grosso arnese che si ritrovava in bocca.

Come un’orchestra, lui batteva le percussioni e lei suonava il flauto, fino a quando si ritrovò la gola piena di un gusto suadente.

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