Coppie in campeggio

Per molte estati Sabina e Lydia hanno seguito i loro futuri mariti lungo dorsali scoscese e surreali sentieri attraversando boschi incontaminati e meravigliosi prati declinanti.

Di foto che le immortalano in calzoncini corti, scarponi e magliettine sudate ce ne sono svariate appese ai muri delle loro rispettive case. A chi le ammira le loro gambe nude e affusolate rubano assolutamente l’attenzione ai bellissimi paesaggi.

Dormire in tenda nei più  remoti ed impervi accampamenti improvvisati era diventata una consuetudine. Le notti passate sotto lo stesso telo, per la necessità di ottimizzare il peso degli zaini, e sotto il maxi-sacco a pelo cucito all’uopo per sopportare meglio il freddo sono state molte.

Fu durante una delle prime di queste nottate che la mano di Sabina si ritrovò oltre la propria metà di giaciglio. Il marito di Lydia si svegliò con le nocche dell’amica appoggiate al basso ventre e decise di far finta di niente. Si chiese se il sonno di Sabina fosse reale o se invece si stesse accorgendo dell’erezione che gli aveva provocato.

Il giorno dopo nulla sembrava essere accaduto.

La risposta la ottenne la notte seguente, quando di nuovo sentì il tocco della sua mano contro i genitali. Sabina lo accarezzò dolcemente attraverso il tessuto della tuta, come a volerne accelerare l’inturgidimento. Con successo.

La terza notte il marito di Lydia si fece trovare con i pantaloni calati. Sabina, dopo qualche secondo d’incertezza in cui si era ritratta sentendo la pelle nuda del pene a contatto con la mano, gli cinse lo scroto e lo palpò a lungo, poi avvolse il membro gonfio di voglia con le cinque dita e con lentezza, ma determinata inesorabilità, lo massaggiò silenziosamente fino a farlo eiaculare sul proprio avambraccio. Suo marito e Lydia continuarono a godersi il loro sonno ristoratore, ignari.
L’atto si ripeté tutte le notti seguenti, senza che il loro comportamento alla luce del giorno rivelasse alcunché.

Ma non è per questo che Sabina mi ha voluto raccontare la sua storia.

A metà della seconda settimana, chissà per quale ragione o distrazione, Sabina non si accorse che Lydia e suo marito si erano scambiati di posizione. Nel buio allungò come ormai era abitudine la mano, risalì la coscia, e quando si approntò a palpeggiare come sempre il rigonfiamento dell’amico, non lo trovò. Lydia si svegliò all’istante, con le dita dell’amica sul pube, sorpresa e incredula.

Sabina fece buon viso a cattivo gioco. Lydia, inaspettatamente, apprezzò.

E così, nelle notte seguenti e anche negli anni in cui replicarono questo tipo di vacanza, Sabina continuò a non curarsi di chi ci fosse al suo fianco prima di allungare la sua piacevole manina, felice soprattutto del : fatto che – mi confessa arrossendo – entrambi avessero sempre saputo ricambiare così bene..

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